PROFONDITÀ DI CAMPO
Parliamo ora, della "Profondità di Campo", la cui abbreviazione per comodità è "p.d.c". Con essa andiamo ad identificare la zona in cui l'immagine risulta ancora accettabilmente nitida - ovvero - la distanza fra il piano più vicino e quello più lontano rispetto all'obiettivo quando sono entrambi a fuoco nell'immagine.
- OBIETTIVI: gli obiettivi di "corta focale" (grandangoli) hanno una p.d.c maggiore rispetto ad obiettivi di "lunga focale" (tele-obiettivi)
- DIAFRAMMA: più andiamo a "chiudere" il diaframma, maggiore sarà l'estensione della zona nitida nell'immagine, mentre più "apriamo" minore è la sua estensione
- DISTANZA DI MESSA A FUOCO: la p.d.c risulta minore con soggetti vicini e maggiore con soggetti posti relativamente lontani
È molto importante averne il pieno controllo, in modo tale da sfruttarla al massimo, per ottenere risultati ottimali.
Utilizzando una profondità di campo ridotta, per esempio, potremmo andare ad isolare un soggetto sfocando ciò che sta dietro di esso o davanti, mettendolo in risalto, oppure decidere di contestualizzarlo nell'ambiente che lo circonda, sfruttando una maggiore p.d.c. così da avere una più elevata porzione di zona nitida.
Ricordiamoci però, che con un'apertura f "grande", dobbiamo stare molto attenti alla messa a fuoco, il margine di errore è molto piccolo soprattutto con soggetti vicini, quindi cerchiamo di essere molto precisi, valutando il punto più idoneo del nostro soggetto.
Sulle Reflex, possiamo anche controllare la profondità di campo prima dello scatto: solitamente è montato un pulsante che ci permette di visualizzare in anteprima il risultato finale direttamente nel mirino della nostra fotocamera.
Fonti: le immagini usate per l'articolo sono estrapolate da [www.canon.it] [www.canonisti.com] [www.vray.com]